mercoledì 9 settembre 2009

NOTTE UMIDA OTTOBRINA

Notte umida ottobrina.
Mi riparo sotto le tettoie e allora il mio passo si fa incerto. Strofino il muro con la giacca ma non ci bado, mentre penso alla direzione preoccupandomi solo dei tratti scoperti che mi aspettano, e volo incurante sui marciapiedi. Scappo da una casa per raggiungerne un’altra.
Sento ancora sulle labbra il sapore delle amare parole dette a lei senza pensare, frasi costruite con l’intento di tagliare corta la discussione. Volevo finirla presto perché sapevo bene che cose più importanti mi aspettavano nella casa che adesso stavo raggiungendo. La casa delle mille opportunità, del mago che poteva mostrarmi nuovi mondi, di dame bellissime che alzavano le gonne, di amici intensi a poco prezzo, per una notte. Era la casa sulla collina, quella che vedi mentre percorri una stradina di campagna e la desideri con tutto te stesso, la fine di tutti i tuoi problemi di semplice uomo.
C’e` un fuoco che vi arde nella sala grande e tanti sono gli invitati.
Quando la raggiungo la festa attraversa il suo momento più intenso, ed io mi sento catapultato all’interno di una scena famigliare, come se fossi esistito solo per quel particolare istante. Musiche si fondono con colori e tutto diventa un turbinio di sensazioni trascinanti che m’incatenano a una notte blasfema, paradossale ricompensa al mio gesto contro di lei.
Una giostra prende la danza attorno a me, uomini e donne completamente estirpati dalla ragione portano avanti una movimento senza senso che mi avvolge e coinvolge, mi trasporta dentro il mondo della perdizione massima, e mi vedo a vendere pezzi della mia vita nobile per qualche straccio di follia. Nasce dentro me il desiderio di raggiungere l’apice, disossarmi per vedermi in una nuova forma di verme, credendo perdutamente nella nobiltà del mio strisciare.
La festa non ha più controllo, ha solo una direzione che l’accompagna alla dispersione.
All’alba tutto ormai tace, ma l’apice é stato raggiunto, la notte é crollata lasciando tatuaggi dappertutto (indelebili marchi che ci ricordano i nostri sbagli).
Apro gli occhi a un giorno nuovo e sento divampare il fuoco in ogni angolo del mio corpo.
Prova allora a rotolarmi nella rugiada mattutina per placare il rimorso, e lentamente mi trascino attraverso l’erba alta per raggiungere quell’albero che avevo visto tempo fá……

Adesso sono a piangere sotto le sue fronde, e mi consola sentire il cielo che piange con me.
Vieni inverno, vieni a trovarmi…

GM Willo - 2000

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